Le certificazione ISO 22000, BRC e IFS sono standard internazionali per la sicurezza alimentare, spesso richiesti nella filiera agroalimentare.
Capire le differenze e come orientarsi tra di esse è fondamentale per le aziende che vogliono operare con serietà e accedere a mercati regolamentati, oltre alle opportunità offerte dalla Pubblica Amministrazione per le Organizzazioni che hanno aderito con successo agli schemi di certificazione in oggetto.
Tra ISO 22000, BRC e IFS non è sempre semplice orientarsi, soprattutto per le organizzazioni di nuova generazione o “start-up” che necessitano di una consulenza chiara ed esaustiva per entrare nel merito della Certificazione sulla sicurezza alimentare più idonea alle loro esigenze ed al “ruolo” ricoperto nella “catena produttiva” del settore alimentare.
Certificazione ISO 22000, BRC e IFS: come orientarsi?
Quando un’azienda del settore alimentare decide di certificarsi, spesso si trova davanti a tre sigle ricorrenti: ISO 22000, BRC e IFS.
Capire cosa rappresentano e quale scegliere non è sempre immediato, perché ciascuno di questi standard risponde a logiche e mercati differenti.
Vediamoli insieme in modo semplice ma approfondito.
ISO 22000: la visione globale della sicurezza alimentare
ISO 22000 è uno standard internazionale sviluppato dall’Organizzazione Internazionale per la Normazione (ISO) e rappresenta un sistema di gestione della sicurezza alimentare che si può applicare a ogni anello della filiera: dalla produzione primaria (come l’agricoltura), alla trasformazione, fino alla logistica e alla distribuzione.
Questo standard si basa sui principi dell’HACCP, ma li incornicia all’interno di un vero e proprio sistema di gestione, simile a quello della ISO 9001 per la qualità.
Il vantaggio? È modulare e integrabile con altri sistemi ISO, il che è ideale per le aziende che vogliono strutturarsi in modo organico e duraturo.
ISO 22000 è molto diffusa a livello internazionale e offre un approccio strategico, ma è meno “prescrittiva” rispetto ad altri standard: lascia cioè maggiore libertà su come raggiungere certi obiettivi, pur essendo rigorosa sugli obiettivi da raggiungere.
BRC: il biglietto da visita per entrare nei supermercati britannici
Il BRC (British Retail Consortium) nasce nel Regno Unito su iniziativa della grande distribuzione organizzata.
È uno standard pensato principalmente per i fornitori di prodotti a marchio del distributore, ed è quindi molto diffuso tra le aziende che vogliono vendere ai supermercati britannici (come Tesco, Sainsbury’s, ecc.).
Il BRC è estremamente dettagliato e molto prescrittivo: detta regole precise su cosa fare, come farlo e come dimostrarlo. Gli audit sono rigorosi e strutturati in modo da attribuire un punteggio finale che va da AA a D, a seconda del livello di conformità.
IFS: la “versione europea” del BRC
Il IFS (International Featured Standards), invece, nasce in ambito europeo, grazie alla collaborazione di retailer tedeschi e francesi. Ha un’impostazione simile al BRC, anche perché entrambi rientrano negli standard riconosciuti da GFSI (Global Food Safety Initiative), quindi godono di un ampio riconoscimento a livello internazionale.
Per le imprese italiane che vogliono vendere in Germania, Francia, Austria o ai principali gruppi della GDO europei (come Carrefour o Metro), IFS è lo standard preferito o richiesto.
QMS Italia con QMSCERT è accreditato da Accredia per la certificazione sia IFS che BRC.
QMS ITALIA S.r.l. mette a disposizione dell’azienda agro-alimentare una serie di servizi che permettono di garantire la Gestione dei propri Sistemi e le specifiche dei Prodotti alimentari certificati.
Tutto questo consente di attestare l’impegno dell’azienda ad aumentare la trasparenza, la sicurezza/igiene e la fiducia del mercato e dei consumatori.